15 Dicembre 1961: la condanna di Eichmann

Il tribunale per i crimini di guerra israeliano condanna a morte Adolf Eichmann per il suo ruolo nell’Olocausto in quello che fu il primo processo a un criminale nazista tenutosi in Israele.

Eichmann fu fino alla fine della seconda guerra mondiale uno dei principali esecutori materiali dell’Olocausto, dirigendo personalmente le deportazioni degli ebrei ungheresi sino alla fine del 1944.

Fuggito nel 1950 in Argentina, fu catturato dal servizio segreto israeliano nel 1960, in un’operazione che portò al rapimento ed al successivo trasferimento in Israele affinché venisse sottoposto a processo per i crimini di cui si era reso responsabile durante la guerra.

Nel corso del processo Eichmann ammise soltanto la responsabilità di avere eseguito ordini come qualunque soldato avrebbe dovuto fare durante una guerra. La filosofa e storica Hannah Arendt nel suo resoconto del processo per il New Yorker, lo definì con la storica frase, come l’incarnazione dell’assoluta banalità del male.

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