24 Aprile 2013: crolla il Rana Plaza

Il Rana Plaza era un edificio commerciale di otto piani che crollò a Savar nella grande Area di Dacca la capitale del Bangladesh.

Il totale delle vittime del crollo fu di 1.129 vittime mentre i feriti estratti dalle macerie furono circa 2.515.

È considerato il più grave incidente mortale avvenuto in una fabbrica tessile nella storia, così come il più letale cedimento strutturale accidentale nella storia umana moderna.

L’edificio conteneva alcune fabbriche di abbigliamento, una banca, appartamenti e numerosi altri negozi. All’apparire di crepe nell’edificio, la banca ed i negozi ai piani inferiori furono chiusi, mentre l’avviso di evitare di utilizzare l’edificio fu ignorato dai proprietari delle fabbriche tessili. Ai lavoratori fu infatti ordinato di tornare il giorno successivo, giorno in cui l’edificio collassò durante le ore di punta della mattina.

Le fabbriche tessili ospitate nel palazzo lavoravano per grandi marchi internazionali quali: Adler Modemärkte, Auchan, Ascena Retail, Benetton, Bonmarché, Camaïeu, C&A, Cato Fashions, Cropp (LPP), El Corte Inglés, Grabalok, Gueldenpfennig, Inditex, Joe Fresh, Kik, Loblaws, Mango, Manifattura Corona, Mascot, Matalan, NKD, Premier Clothing, Primark, Sons and Daughters (Kids for Fashion), Texman (PVT), The Children’s Place (TCP), Walmart e YesZee.

I quattro piani superiori del palazzo erano state costruiti senza permesso. E sopratutto l’edificio era stato progettato per ospitare solo negozi e uffici e non fabbriche, pertanto la struttura non era potenzialmente abbastanza solida da sopportare il peso e le vibrazioni di macchinari pesanti.

Il crollo dell’edificio di Savar ha portato a diffuse discussioni circa la responsabilità sociale delle imprese attraverso le catene globali di fornitura.

Per risarcire le vittime è stato istituito un fondo fiduciario, amministrato dalla Organizzazione Mondiale del Lavoro.

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