Poco dopo la mezzanotte del 3 dicembre 1984, a Bhopal, in India, la fuoriuscita di 40 tonnellate di isocianato di metile (MIC), dallo stabilimento della Union Carbide (UCIL), consociata della multinazionale statunitense Union Carbide, produce una nube tossica che in poco tempo uccide 2.259 persone e ne avvelena decine di migliaia.
Il governo del Madhya Pradesh in seguito conferma un totale di 3.787 morti direttamente correlate all’evento.
Secondo il Centro di ricerca medica indiana le vittime furono fra 8.000 e 10.000, secondo Amnesty International oltre 25.000.
Si calcola oggi che 500.000 persone abbiano subito patologie di differente gravità per le conseguenze dell’inquinamento di terra, aria e acqua.
