5 maggio 1936: le truppe di agressione italiane entrano ad Addis Abeba

Terminò così una guerra di agressione che aveva visto l’esercito italiano usare gas chimici vietati dalla convenzione di Ginevra e che un medico della croce rossa descrisse così “È la tortura di decine di migliaia di uomini, donne e bambini senza difesa, con bombe e gas velenosi. Usano i gas incessantemente e noi abbiamo curato centinaia di casi, compreso bambini ancora in braccio”.
Non meno crudeli furono le direttive date direttamente da Mussolini per i giorni successivi alla capitolazione della città.

“Occupata Addis Abeba vostra eccellenza darà ordini perché: 1] siano fucilati sommariamente tutti coloro che in città o dintorni siano sorpresi con le armi in mano; 2] siano fucilati sommariamente tutti i cosiddetti giovani etiopici, barbari crudeli e pretenziosi, autori morali dei saccheggi; 3] siano fucilati quanti abbiano partecipato a violenze, saccheggi, incendi; 4] siano sommariamente fucilati quanti, trascorse 24 ore, non abbiano consegnato armi da fuoco e munizioni.”

Il 5 maggio 1941 dopo la caduta dell’Africa Orientale Italiana (in cui è stata incorporata l’Etiopia) per mano britannica, l’imperatore Hailé Selassié rientrerà ad Addis Abeba.

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