il 6 aprile l’aereo su cui si trova il presidente del Rwanda Habyarimana viene fatto esplodere.
Iniziano le violenze contro i tutsi e contro gli hutu moderati che si rifiutano di partecipare al massacro.
Comincia il cosiddetto genocidio del machete.
A uccidere sono le milizie Paramilitari interahamwe (‘quelli che stanno insieme’) aiutate da membri dell’esercito regolare.
la Radio télévision libre des mille collines incita alla violenza e a non risparmiare nemmeno vecchi e bambini.
In cento giorni vengono massacrate ottocentomila persone, due terzi di loro in appena sei settimane.
Ii piccolo contingente ONU di 2.500 uomini è ritirato quasi completamente (restano in Rwanda 270 caschi blu) malgrado il comandante, il canadese Romeo Dallaire, avesse richiesto rinforzi con cui assicurava di poter fermare il massacro.